Compositori

Librettisti

Giuseppe Verdi

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Giuseppe Verdi nacque a Roncole, vicino a Busseto (nel Ducato di Parma), il 10 ottobre 1813 da una famiglia umile: i suoi genitori lavoravano in una osteria di campagna. Quando era ancora un bambino, un droghiere, grossista di suo padre, Antonio Barezzi, amante della musica e presidente della Filarmonica di Busseto, si accorse che il piccolo Giuseppe aveva un talento particolare per la musica e gli pagò le prime lezioni private affinché questo talento fosse sviluppato.
Verdi fece pratica nella chiesa di Busseto, ma venne il momento che il piccolo paese natale si dimostrò troppo stretto, e aiutato dallo stesso Barezzi, decise di presentarsi al Conservatorio di Milano; non riuscì tuttavia a superare l’esame di ammissione (per ironia della sorte, oggi quel conservatorio porta il suo nome). Verdi aveva 19 anni; non si dette per vinto e grazie ad una borsa di studio del Monte di Pietà di Busseto, oltre all’aiuto economico di Barezzi, cominciò ad entrare nel mondo della Scala: prima attraverso le lezioni private del cembalista Vincenzo Lavigna, e poi assistendo alle rappresentazioni.
Nel 1836 vinse il concorso di maestro di musica del comune di Busseto e lo stesso anno sposò la figlia del suo benefattore, Margherita Barezzi, da cui ebbe due figli: Virginia e Icilio. Il lavoro sicuro e lo stipendio fisso non soddisfacevano però il sogno milanese di Verdi, che decise di tornare a Milano con la famiglia. Finalmente nel 1840 Verdi riuscì a far rappresentare al Teatro alla Scala la sua prima opera: Oberto Conte di San Bonifacio, che riscosse un discreto successo. Purtroppo cominciò allora un periodo davvero triste e difficile: morirono prima i figli e poi in seguito la moglie Margherita, a cui Verdi era legato da un profondo affetto; proprio allora gli era stata commissionata un’opera comica Un giorno di regno, che, andata in scena, si rivelò un cocente e clamoroso fiasco.
Verdi dichiarò che non avrebbe più composto musica; tuttavia una nuova occasione gli si presentò allorché l’impresario della Scala, Bartolomeo Merelli, gli consegnò un libretto dalla storia interessante: era il Nabucco. In pochissimo tempo l’opera fu pronta e fu un trionfo (1842). Il coro del Nabucco ebbe un successo strepitoso e veniva cantato e suonato perfino per le strade. Nel frattempo Verdi aveva conosciuto due donne importantissime nella sua vita: la soprano Giuseppina Strepponi, che sarebbe diventata la sua compagna e poi la sua seconda moglie, e la contessa Clarina Maffei, un’amica carissima grazie alla quale poté entrare nei salotti milanesi.
L’opera successiva al Nabucco, I Lombardi alla Prima Crociata, fu un altro successo, sebbene duramente censurato dal governo austriaco, poiché, insieme al Nabucco, era stato rivisitato in chiave patriottica dagli italiani che volevano la libertà dall’impero asburgico.
Dopo Giovanna d’Arco, Verdi si allontanò dalla Scala e da Milano: si recò prima a Parigi e nel 1849 tornò a Busseto insieme a Giuseppina, divenuta ormai la sua compagna. Molte voci girarono su questo rapporto e sulla convivenza dei due, ufficializzata con il matrimonio solo nel 1859. In questi anni Verdi scrisse la cosiddetta trilogia popolare: Rigoletto, Il Trovatore e La Traviata.
Nel frattempo fu finalmente pronta la villa di Sant’Agata, a Villanova d’Arda, dove Verdi e la moglie si trasferirono definitivamente: una dimora bellissima circondata da un grande parco, curato da Verdi stesso.
Nel 1869, con La forza del destino, Verdi segnò il suo ritorno alla Scala, da cui non si allontanò mai più; strinse inoltre un’intensa amicizia con Teresa Stolz, trasformatasi ben presto in qualcosa di più: il soprano boemo fu la prima e più grande interprete dell’Aida (1872).
Durante la sua attività di musicista e compositore, Verdi trovò anche il tempo di dedicarsi agli altri, di pensare a chi aveva più bisogno: nel 1888 inaugurò un ospedale a Villanova D’Arda, da lui interamente finanziato; nel 1880 comprò il terreno per costruire quella che ancora oggi è la Casa di Riposo per musicisti, terminata nel 1899 (ma finché visse volle tenerla chiusa, perché non voleva essere ringraziato da nessuno!).
Nel 1893, Verdi dette l’addio al teatro con la sua unica opera comica, il Falstaff; quattro anni dopo morì la Strepponi, e Verdi passò gli ultimi anni della sua vita all’Hotel de Milan, dove morì il 27 gennaio 1901.

Opere

    * Oberto, Conte di San Bonifacio (Teatro alla Scala di Milano, 17 novembre 1839) - Dramma in due atti di Temistocle Solera
    * Un giorno di regno (Teatro alla Scala di Milano, 5 settembre 1840) - Melodramma giocoso in due atti di Felice Romani
    * Nabucco (Teatro alla Scala di Milano 9 marzo 1842) - Dramma lirico in quattro parti di Temistocle Solera
    * I Lombardi alla prima crociata (Teatro alla Scala di Milano, 11 febbraio 1843) - Dramma lirico in quattro atti di Temistocle Solera
    * Ernani (Teatro La Fenice di Venezia, 9 marzo 1844) - Dramma lirico in quattro parti di Francesco Maria Piave
    * I due Foscari (Teatro Argentina di Roma, 3 novembre 1844) - Tragedia lirica in tre atti di Francesco Maria Piave
    * Giovanna d'Arco (Teatro alla Scala di Milano, 15 febbraio 1845) - Dramma lirico in un prologo e tre atti di Temistocle Solera
    * Alzira (Teatro San Carlo di Napoli, 12 agosto 1845) - Tragedia lirica in un prologo e due atti di Salvadore Cammarano
    * Attila (Teatro La Fenice di Venezia, 17 marzo 1846) - Dramma lirico in un prologo e tre atti di Temistocle Solera
    * Macbeth (Teatro della Pergola di Firenze, 14 marzo 1847) - Melodramma in quattro parti di Francesco Maria Piave
    * I masnadieri (Her Majesty's Theatre di Londra, 22 luglio 1847) - Melodramma tragico in quattro parti di Andrea Maffei
    * Jérusalem (Teatro de l'Opéra di Parigi, 26 novembre 1847) - Opera in quattro atti di Alphonses Royer e Gustave Vaëz, rifacimento de I Lombardi alla prima crociata
    * Il corsaro (Teatro Grande di Trieste, 25 ottobre 1848) - Melodramma in tre atti di Francesco Maria Piave
    * La battaglia di Legnano (Teatro Argentina di Roma, 27 gennaio 1849) - Tragedia lirica in quattro atti di Salvadore Cammarano
    * Luisa Miller (Teatro San Carlo di Napoli, 8 dicembre 1849) - Melodramma tragico in tre atti di Salvadore Cammarano
    * Stiffelio (Teatro Grande di Trieste, 16 novembre 1850) - Melodramma in tre atti di Francesco Maria Piave
    * Rigoletto (Teatro La Fenice di Venezia, 11 marzo 1851) - Melodramma in tre atti di Francesco Maria Piave
    * Il trovatore (Teatro Apollo di Roma, 19 gennaio 1853) - Dramma in quattro parti di Salvadore Cammarano, con aggiunte di Leone Emanuele Bardare
    * La traviata (Teatro La Fenice, 6 marzo 1853) - Melodramma in tre atti di Francesco Maria Piave
    * Les vêpres siciliennes (Teatro dell'Opéra di Parigi, 13 giugno 1855) - Dramma in cinque atti di Eugène Scribe e Charles Duveyrier)
    * Simon Boccanegra (Teatro La Fenice, 12 marzo 1857) - Melodramma in un prologo e tre atti di Francesco Maria Piave; seconda versione, su libretto rivisto e ampliato da Arrigo Boito (Teatro alla Scala di Milano, 24 marzo 1881)
    * Aroldo (Teatro Nuovo di Rimini, 16 agosto 1857) - Melodramma in quattro atti di Francesco Maria Piave, rifacimento di Stiffelio
    * Un ballo in maschera (Teatro Apollo di Roma, 17 febbraio 1859) - Melodramma in tre atti di Antonio Somma
    * La forza del destino (Teatro Imperiale di Pietroburgo, 10 novembre 1862) - Opera in quattro atti di Francesco Maria Piave
    * Don Carlos (Teatro de l'Opéra di Parigi, 11 marzo 1867) - Opera in cinque atti di Joseph Méry e Camille du Locle
    * Aida (Teatro dell'Opera del Cairo, 24 dicembre 1871) - Opera in quattro atti di Antonio Ghislanzoni
    * Otello (Teatro alla Scala di Milano, 5 febbraio 1887) - Dramma lirico in quattro atti di Arrigo Boito
    * Falstaff (Teatro alla Scala di Milano, 9 febbraio 1893) - Commedia lirica in tre atti di Arrigo Boito

(Alunni delle classi 3A, 3B, 3C)

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Gioachino Rossini

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Gioacchino Rossini nasce a Pesaro, nello Stato Pontificio, il 29 Febbraio del 1792 da padre (Giuseppe Antonio Rossini) musicista e madre (Anna Guidarini) modista ma con buone doti canore.
Il Giovane Rossini iniziò sin da bambino a dedicarsi alla musica ricevendo lezioni di canto, spinetta e corno (dal padre), prediligendo le composizioni di Mozart e Haydin tanto da essere soprannominato "Tedeschino". Iniziò anche a comporre alcune musiche sacre e già a 13 anni ottenne il primo premio al liceo con la cantata "Pianto d'Armonia per la morte di Orfeo".
Nel 1806 la compagnia di Bologna Mombelli commissionò al quattordicenne Rossini l'opera "Demetrio e Polibio" che non venne però mai rappresentata fino al 1812.
Il suo esordio lo ebbe a Venezia, a soli 18 anni, quando venne rappresentata al Teatro S. Moisè "La cambiale di Matrimonio" con un discreto successo.
Nei due anni successivi l'attività compositiva di Rossini fu intensissima e scrisse ben sette opere con risultati alterni sino a debuttare il 26 Settembre del 1812 alla Scala di Milano con "La Pietra del Paragone" che meritò ben 53 repliche.
La consacrazione definitiva l'ebbe però con le opere "Tancredi" e "L'Italiana in Algeri" rappresentate a Venezia nel 1813 rispettivamente al Teatro La Fenice e al Teatro S. Benedetto.
Nel maggio del 1815 Rossini parte da Bologna per Napoli sotto consiglio dell'impresario Barbaja e qui scrive "Elisabetta Regina d'Inghilterra" rappresentata con grande successo al teatro S. Carlo nello stesso anno con Isabella Colbran nel ruolo di Elisabetta. Presenta a Roma "Torvaldo e Dorliska" che viene accolta senza entusiasmo, quindi il 20 Febbraio 1816 al Teatro Argentina di Napoli "Il Barbiere di Siviglia" che risulta inizialmente un totale fiasco (forse anche per la devozione dei Napoletani a Paisiello che aveva già composto un "Barbiere") ma riscontrando poi nel resto d'Italia e poi all'estero un buon successo.
Per un paio d'anni Rossini fa la spola tra Roma e Napoli presentando "La Gazzetta", "Otello" con notevole successo, "Cenerentola" (accolta freddamente all'inizio), "Armida" e "Adelaide di Borgogna" che non incontrano i favori del pubblico. Nel mentre si afferma nuovamente alla Scala di Milano con "La Gazza Ladra" dove ottiene un grandissimo successo.
La fama di Rossini è alle stelle e a Napoli viene rappresentato "Mosè in Egitto" con un buon successo, mentre la sua città natale gli chiede, per l'apertura del nuovo teatro, di rappresentare la "Gazza" che viene accolta trionfalmente. A Pesaro però Rossini si ammala gravemente e guarisce solo dopo un lungo periodo di crisi raggiungendo i genitori a Bologna dove compone "Adina" che verrà rappresentata solo nel 1826 a Lisbona.
Napoli però lo reclama e lui vi ritorna componendo tra il 1818 e il 1819 "Ricciardo e Zoraide" che spopola ed "Ermione" che invece ottiene un fiasco clamoroso.
Viene invece accolta con grandissimo entusiasmo l'opera successiva "Edoardo e Cristina" (pasticcio di musiche precedenti) al Teatro S. Benedetto di Venezia.
Tornato pieno di allori a Napoli rappresenta "La Donna del Lago" che rinnova totalmente l'Opera Drammatica, senza ottenere però un grande successo.
Dopo il mezzo fiasco di "Bianca e Faliero" alla Scala la sua produzione musicale si riduce ed esegue la "Messa di Gloria" nella Chiesa di S. Ferdinando ed il "Maometto II" al Teatro S. Carlo con grande successo.
Nel 1821 viene rappresentata a Roma, nel Teatro Argentina, "Matilde di Shabran" con la direzione di Paganini.
Nel 1822 accetta le proposte di Parigi e Londra e scrive l'ultima opera napoletana "Zelmira" che viene accolta da un buon successo, quindi viene celebrato a Bologna il matrimonio con la Colbran e il giorno dopo Rossini parte per Vienna.Qui ottiene grandi consensi rappresentando alcune sue vecchie Opere e coglie l'occasione per incontrare l'ormai vecchio e sordo Beethoven che non mancherà però di fargli i suoi complimenti ("Non cercate di far altro che opere buffe: voler riuscire in un altro genere sarebbe far forza alla vostra natura").
Sciogliendo l'impegno preso con Londra torna in Italia dove a Venezia otterrà dapprima un fiasco con la rappresentazione del "Maometto II", poi un grandissimo successo con la "Semiramide" che verrà replicata per ben 28 volte.
Alla fine del 1823 il Maestro chiude la sua carriera Italiana e si reca a Londra dove riceverà lauti compensi e doni senza però presentare nessuna  nuova opera.
Rossini accetta di diventare direttore del Théâtre Italien a Parigi dove esegue nel giugno del 1825 "Il Viaggio a Reims" scritta per l'incoronazione di Carlo X..
Ormai la vena prolifica creativa di Rossini stava scemando e iniziò a ripresentare all'Opéra lavori datati (Maometto II che divenne "Le Siège de Corinthe" e "Moïse et Pharaon" tratto dal Mosè in Egitto) e pasticci creati dall'incastro di parti di opere precedenti ("Ivanhoe") ottenendo però, soprattutto con le prime due, successi entusiastici per la confluenza della tragédie francese con il melodramma italiano.
Nel 1828, utilizzando parte del "Viaggio" e di "Edoardo e Cristina", compone "Le Comte Ory", opera comica nuovissima, che otterrà l'ennesimo trionfo all'Opéra di Parigi.
Rifiuta alcune lusinghiere proposte dall'estero e dall'Italia decidendo di restare a Parigi dove firma' un contratto in cui si impegna a realizzare 5 opere in dieci anni. Il risultato è il "Guillaume Tell" che non viene però accolta inizialmente con il solito entusiasmo dal pubblico per le novità presenti. Presto però raccoglierà grandi consensi ed arriverà in Italia (tradotta) come "Guglielmo Tell".
Nel 1831 inizia a comporre lo "Stabat Mater" per l'Arcidiacono di Siviglia, però si ammala ed attraversa un grosso periodo di crisi. Conosce Olympe Pélissier, che si prende cura del maestro, e se ne innamora. Arriva quindi la separazione legale dalla Colbran e la rappresentazione dello "Stabat" (concluso da Tadolini) diretto da Donizetti.
La salute di Rossini va progressivamente peggiorando riuscendo oramai a scrivere solo puri divertissement musicali ("Soirées musicales") in una continua ricerca di tranquillità.
Nel 1846 sposa la Pélissier e passa alcuni anni in Italia tra Bologna (dove è direttore del Liceo Musicale e vittima di alcuni spiacevoli episodi di contestazione) e Firenze attraversando uno dei periodi più tristi e penosi della sua vita (come dimostra la lettera scritta all'amico Filippo Santocanale nel Febbraio del '55), fino a decidere di lasciare definitivamente l'Italia per tornare a Parigi nell'aprile del 1855.
La salute di Rossini parve migliorare e compose alcuni pezzi per pianoforte e canto definiti "Péchés de vieillesse" (tra cui la "Musique Anodine" scritta per la moglie). Nel 1860 riceve la visita di Richard Wagner ottenendo grandi lodi per il "Guillaume".
Nel 1864 compone la "Petite Messe Solennelle" che raccoglie consensi strepitosi e grandissimi entusiasmi.
Nel 1868 però la sua salute torna a peggiorare drasticamente, venendo operato due volte.
Il 13 Novembre del 1868, alle ore 23, Rossini muore.
Con un funerale solenne il suo corpo viene tumulato al cimitero di Père Lachaise accanto a Chopin e Bellini. Alla morte della Pélissier diviene esecutivo il testamento di Rossini che dichiarava erede la città di Pesaro dove viene fondata una Scuola di Musica.
Nel Maggio del 1887 la salma viene trasportata in S. Croce a Firenze vicino a quelle di grandi artisti italiani come Michelangelo, Machiavelli, Foscolo, Alfieri, Galileo e Cherubini.


 

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Vincenzo Bellini

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Vincenzo Salvatore Carmelo Francesco Bellini (Catania,  3 novembre 1801 - Puteaux, Francia, 23 settembre 1835), fu un compositore italiano, tra i più celebri operisti del primo Ottocento.
Le sue opere più famose e rappresentate sono "La sonnambula", "Norma" ed "I Puritani".

Dotato di una prodigiosa vena melodica, Bellini dedicò la sua breve vita alla composizione.

Il suo talento nel cesellare melodie della più limpida bellezza, conserva ancora oggi un'aura di magia, ma la sua originale personalità artistica non si lascia inquadrare entro correnti musicali o di costume.

Legato ad una concezione musicale antica, basata sul primato del canto, sia esso vocale o strumentale, il siciliano Bellini portò prima a Milano e poi a Parigi un'eco di quella cultura mediterranea che l'Europa romantica aveva idealizzato nel mito della classicità.

Il giovane Wagner ne fu tanto abbagliato, da ambientare proprio in Sicilia la sua seconda opera, "Il divieto d'amare", presentando la purezza del canto belliniano a modello per dei musicisti tedeschi e tentando di seguirlo a sua volta.

Morì a meno di 34 anni a Puteaux, nei pressi di Parigi, fu sepolto nel cimitero Père Lachaise, vicino a Frédéric Chopin ed a Luigi Cherubini; nel 1876 la salma di Vincenzo Bellini fu traslata nel Duomo di Catania, sua città natale.

Opere liriche

    Adelson e Salvini (febbraio 1825, Teatrino del Conservatorio di San Sebastiano, Napoli)
    Bianca e Gernando (30 maggio 1826, Teatro San Carlo, Napoli)
    Bianca e Fernando 2 versione (7 aprile 1828, Teatro Carlo Felice, Genova)
    Il pirata (27 ottobre 1827, Teatro alla Scala, Milano)
    La straniera (14 febbraio 1829, Teatro alla Scala, Milano)
    Zaira (16 maggio 1829, Teatro Ducale, Parma)
    I Capuleti e i Montecchi (11 marzo 1830, Teatro La Fenice, Venezia)
    La sonnambula (6 marzo 1831, Teatro Carcano, Milano)
    Norma (26 dicembre 1831, Teatro alla Scala, Milano)
    Beatrice di Tenda (16 marzo 1833, Teatro La Fenice, Venezia)
    I Puritani (24 gennaio 1835, Théâtre Italien, Parigi).

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Curiosità

Vincenzo Bellini è raffigurato sulle banconote da 5000 Lire italiane.
Nel 1967 gli è stata dedicata una specie fungina: il Suillus bellinii (Inzenga) Watling.
La Pasta alla Norma prende il nome dalla sua celebre opera.

 

D.Fraioli - D. Cervone - M. Vaccari - R. Romano -  T. Cenciarelli (Classe 3B)

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Umberto Giordano

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Umberto Menotti Maria Giordano (Foggia, 28 agosto 1867 – Milano, 12 novembre 1948) è stato un compositore italiano che ha legato il suo nome ad alcune opere liriche entrate stabilmente nel repertorio internazionale.
Dapprima bocciato all'esame di ammissione al conservatorio di Foggia, studiò poi con Paolo Serrao al conservatorio di Napoli e la sua prima opera - Marina - fu scritta per una competizione accademica; seguì Mala vita, dramma che ruota attorno a un lavoratore che fa voto di recuperare una prostituta in cambio della guarigione dalla tubercolosi. L'opera suscitò un certo scandalo quando fu rappresentata a Roma nel 1892.
Giordano tentò un approccio più romantico con la sua opera successiva - Regina Diaz, del 1894 - che tuttavia non ebbe successo e venne rappresentata solo due volte. Il compositore si trasferì perciò a Milano, ritornando al verismo con quello che sarebbe diventato il suo lavoro più conosciuto, l'Andrea Chénier (1896), basato sulla vita dell'omonimo poeta francese.
Anche Fedora (musicata nel 1898) si rivelò un successo e viene tuttora rappresentata frequentemente.
Le opere successive di Giordano ebbero minore risonanza, anche se vengono riproposte saltuariamente in Italia e all'estero.

Opere

Marina, libretto di Enrico Golisciani (composta nel 1889, incompiuta)
Mala vita, libretto di Nicola Daspuro (prima rappresentazione al Teatro Argentina di Roma 21 febbraio 1892)
Rifacimento con il titolo Il voto (prima rappresentazione al Teatro Lirico di Milano, 10 novembre 1897)
Regina Diaz, libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci (prima rappresentazione al Teatro Mercadante di Napoli, 5 marzo 1894
Andrea Chénier, libretto di Luigi Illica (prima rappresentazione al Teatro alla Scala di Milano, 28 marzo 1896)
Fedora, libretto di Arturo Colautti (prima rappresentazione al Teatro Lirico di Milano, 17 novembre 1898)
Siberia, libretto di Luigi Illica (prima rappresentazione al Teatro alla Scala di Milano 19 dicembre 1903
 seconda versione (prima rappresentazione al Teatro alla Scala di Milano 5 dicembre 1927)

Marcella, libretto di Henri Cain, Edouard Adenis e Lorenzo Stecchetti (prima rappresentazione al Teatro Lirico di Milano, 9 novembre 1907)
Mese mariano, libretto di Salvatore Di Giacomo (prima rappresentazione al Teatro Massimo di Palermo, 17 marzo 1910)
Madame Sans-Gêne, libretto di Renato Simoni (prima rappresentazione al Metropolitan di New York, 25 gennaio 1915)
Giove a Pompei, libretto di Luigi Illica e Ettore Romagnoli (in collaborazione con Alberto Franchetti, la parte di Giordano composta intorno al 1901, prima rappresentazione al Teatro Parioli di Roma, 5 luglio 1921)
La cena delle beffe, libretto di Sem Benelli (prima rappresentazione al Teatro alla Scala di Milano, 20 dicembre 1924)
Il re, libretto di Giovacchino Forzano (prima rappresentazione al Teatro alla Scala di Milano, 12 gennaio 1929)
La festa del Nilo (incompiuta).

F. Alfonsini, M. Nicolosi, A. De Sanctis, F.Favetta, D.Xu, M.Tisci (Classe 3A)

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Temistocle Solera

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Figlio del patriota Antonio Solera, Temistocle Solera nacque a Ferrara nel 1815.

Dotato di un carattere piuttosto irrequieto, si cimentò, tra le altre cose, nella poesia, ma le sue prime prove ebbero scarso successo e la sua fama fu in seguito legata soprattutto alla successiva composizione di alcuni libretti d'opera musicati da Giuseppe Verdi, quali Nabucco, I Lombardi alla Prima Crociata e altri.

La sua carriera politica non si esaurì qui: fu infatti questore in diverse città italiane (tra cui Firenze e Palermo) e capo della polizia dello chedivé in Egitto. Trasferitosi a Parigi, vi esercitò la professione del mercante d'arte.

Al di là degli "avventurosi" eventi che caratterizzarono la sua vita, c'è da dire che il Solera non abbandonò mai del tutto l'attività letteraria e infatti, oltre al mediocre esordio giovanile e alla composizione dei libretti già citati, negli anni scrisse per diversi compositori d'opera e fu egli stesso autore di pezzi teatrali.

Morì a Milano nel 1878.
Per un periodo di tempo fu impresario teatrale in Spagna, dove riuscì a entrare in confidenza con la sovrana Isabella II. Tornato in Italia divenne corriere segreto di Napoleone III, per il quale portò a termine delicati incarichi diplomatici, e di Cavour.

(R. Rizzo - G. Borraccesi - R. Garone - G. Navarra - A. Carotenuto - N. Loudhni - F. Trotta - Gruppo 1 - Classe 3A)

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Francesco Maria Piave

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Lo scrittore e librettista Francesco Maria Piave nacque a Murano nel 1810. Cominciata ma subito interrotta la carriera ecclesiastica, si trasferì con la famiglia a Roma, dove continuò gli studi. Nel 1842 divenne direttore degli spettacoli del Teatro La Fenice di Venezia, di cui fu poi poeta ufficiale fino al 1859, anno in cui iniziò la collaborazione con il teatro alla Scala di Milano. La sua migliore e più celebre produzione fu per Giuseppe Verdi, per il quale scrisse ben dieci libretti.

    Ernani (1844)
    I due Foscari (1844)
    Attila (1846) (revisione del libretto di Solera)
    Macbeth (1847)
    Il corsaro (1848)
    Stiffelio (1850)
    Rigoletto (1851)
    La traviata (1853)
    Simon Boccanegra (1857) (poi rivisto e parzialmente riscritto da Boito)
    La forza del destino (1862)

Pietrella Valeria, Marzilli Cristiana, Martucci Sarah, Congi Simona, Trotta Federica - classe3A

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Salvatore Cammarano

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Salvatore Cammarano  (nato a Napoli, 19 marzo 1801 - morto Napoli 17 luglio 1852) è stato un prolifico librettista, il più grande drammaturgo per musica, italiano, del periodo romantico.

Per Donizetti scrisse i libretti di Lucia di Lammermoor (1835), L'assedio di Calais (1836), Belisario (1836), Pia de 'Tolomei (1837), Roberto Devereux (1837), Maria de Rudenz (1838), Poliuto (1838), e Maria di Rohan (1843), mentre per Giuseppe Persiani, fu l'autore di Ines de Castro.

Per Verdi scrisse: Alzira (1845), La battaglia di Legnano (1849) e Luisa Miller (1849), e aveva quasi finito il suo libretto per Il trovatore (1853), quando morì nel luglio del 1852. E 'stato completato da Leone Emanuele Bardare.

Buraj Paola, Munnia Ilaria, Di Carlo Agnese, Valeri Benedetta, Micarelli Andrea, Moretti Gabriele (Classe 3A)

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Antonio Ghislanzoni

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Antonio Ghislanzoni (Lecco, 25 novembre 1824 – Caprino Bergamasco, 16 luglio 1893) è stato un librettista, poeta e scrittore italiano. Il suo nome è legato soprattutto al libretto dell'Aida di Giuseppe Verdi, col quale collaborò anche alle revisioni della Forza del destino e di Don Carlos.

Mazziniano, la sua collaborazione con giornali repubblicani lo costrinse a rifugiarsi in Svizzera. Fu ugualmente arrestato dai francesi e deportato in Corsica. Dopo la Seconda guerra di indipendenza (1859) si lega a Milano al gruppo scapigliato.


Nel 1857 contribuì a fondare il giornale umoristico L'uomo di pietra. Diresse L'Italia musicale; fu redattore della Gazzetta musicale di Milano; diresse e collaborò a La rivista minima e più tardi, ritiratosi a Lecco, pubblicò il Giornale-Capriccio.  Per la poesia ricordiamo Libro proibito (1878), grande successo, tanto che nel 1890 giungerà alla settima edizione. «I versi del Libro proibito», scrive Gilberto Finzi (1997:165), «riprendono un'atmosfera polemica d'epoca che non tocca, forse nemmeno sfiora, la poesia, ma che bene riconducono a momenti collaterali tipici della Scapigliatura».

Fu autore di oltre 60 libretti fra i quali, oltre all'Aida, I Lituani e Il parlatore eterno per Amilcare Ponchielli, Salvator Rosa e Fosca per Carlos Gomes, Papà Martin e Francesca da Rimini per Antonio Cagnoni, I promessi sposi per Errico Petrella. Scrisse inoltre i versi della cantata A Gaetano Donizetti di Ponchielli.
Pubblicò il volume Reminiscenze artistiche, che contiene notizie sul pianista Adolfo Fumagalli e un episodio intitolato La Casa di Verdi a Sant'Agata, nonché Abrakadabra - storia dell'avvenire (1864-65). Questo e altri racconti di fantascienza umoristica ne fanno uno dei primi autori italiani di tale genere.

 Libretti d'opera

    Le due fidanzate (Antonio Baur - 1857)
    Il Conte di Leicester (Antonio Baur - 1858)
    Maria Tudor (Vladimir Nikitič Kašperov - 1859)
    Marion Delorme (Giovanni Bottesini - 1862)
    Cola di Rienzi (Vladimir Nikitič Kašperov - 1863)
    La stella di Toledo (Tommaso Benvenuti - 1864)
    I due orsi (Costantino Dall'Argine - 1867)
    L'isola degli orsi (Costantino Dall'Argine - 1867)
    Gli avventurieri (Gaetano Braga - 1867)
    Gli artisti alla fiera (Lauro Rossi - 1868)
    Valeria (Edoardo Vera - 1869)
    Giovanna di Napoli (Errico Petrella - 1869)
    I promessi sposi (Errico Petrella - 1869)
    Un capriccio di donna (Antonio Cagnoni - 1871)
    Aida (Giuseppe Verdi - 1871)
    Papà Martin (Antonio Cagnoni - 1871)
    Reginella (Gaetano Braga - 1871)
    Adelinda (Agostino Mercuri - 1872)
    Caligola (Gaetano Braga - 1873)
    Fosca (Carlos Gomes - 1873)
    Il parlatore eterno (Amilcare Ponchielli - 1873)
    Salvator Rosa (Carlos Gomes - 1874)
    Il duca di Tapigliano (Antonio Cagnoni - 1874)
    I Lituani (Amilcare Ponchielli - 1874)
    Atahualpa (Carlo Enrico Pasta - 1875)
    Sara (Luigi Gibelli - 1876)
    Francesca da Rimini (Antonio Cagnoni - 1878)
    Don Riego (Cesare Dall'Olio - 1879)
    Adelina (Luigi Sozzi - 1879)
    Mora (Luigi Vicini - 1880)
    Edmea (Alfredo Catalani - 1886)
    Giovanna la pazza (Eliodoro Ortiz de Zárate - 1886)
    I Doria (Augusto de Oliveira Machado - 1887)
    Edoardo Stuart (Cipriano Pontoglio - 1887)
    Carmosina (João Gomes de Araújo - 1888)
    Fiamma (Nicolò Ravera - 1890)
    Andrea del Sarto (Vittorio Baravalle - 1890)
    Spartaco (Pietro Platania - 1891)
    Celeste (Francesco Spetrino - 1891)
    Cleopatra (Melesio Morales - 1891)
    Gualtiero Swarten (Andrea Gnaga - 1892)
    Frine (Giovanni Carpaneto - 1893)
    Il maestro smania (Cesare Clandestini - 1894)
    Alda (Luigi Romaniello - 1896)
    I mori di Valenza (per Amilcare Ponchielli, completata da Arturo Cadore - 1914)
    Onesta (Nicolò Massa - 1929)
    Re Lear (Antonio Cagnoni - 2009)

 

S. Orifici, E. Camilluzzi,  G. D'Ariano, S. De Rose, R. Amariei, M. Morina ( Classe 3B)

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Gaetano Rossi

Iniziò la propria carriera librettistica operando come poeta a Venezia presso Teatro La Fenice e successivamente assunse anche la carica di direttore del Teatro Filarmonico di Verona. Nel 1810 lavorò al servizio di Napoleone Bonaparte (egli fu l'unico librettista ad operare alla corte dell'imperatore francese).
La sua opera ammonta a oltre 120 libretti d'opera: egli collaborò con quasi tutti i compositori italiani e anche con diversi compositori stranieri del suo tempo. Con i suoi lavori egli contribuì al rinnovamento del repertorio operistico italiano che avvenne tra gli ultimi anni del Settecento e i primi decenni dell'Ottocento.

E. Manalo, D. Recchia, A. Scialanga - Classe 3C

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Augustin Eugène Scribe

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Augustin Eugène Scribe (Parigi, 24 dicembre 1791 – Parigi, 20 febbraio 1861) è stato uno scrittore, drammaturgo e librettista francese.

Figlio di un mercante di seterie, Eugène Scribe compì i suoi studi presso il collegio di Santa Barbara in Parigi. Appassionato di teatro, a diciotto anni scrisse con i suoi amici Casimir Delavigne, Henri Dupin, Charles-Gaspard Delestre-Poirson alcune pièces teatrali che passarono tuttavia inosservate: I dervisci (1811), L'Albergo, ovvero Briganti senza saperlo (1812), Thibault, conte di Champagne (1813), Il Baccelliere di Salamanca, La Pompa funebre (1815). Finalmente, nel 1815, la commedia Una notte della guardia nazionale, scritta in collaborazione con l'amico Delestre-Poirson ebbe successo e diede inizio alla sua carriera di drammaturgo. Da allora per Scribe ci fu una lunga serie di successi.
Grazie anche ai numerosi collaboratori, Scribe fu uno dei più prolifici scrittori francesi ed uno dei librettisti d'opera più fecondi.
Le sue pièces teatrali, in gran parte vaudevilles erano il frutto di una ripartizione quasi industriale del lavoro. Scribe forniva le idee e distribuiva una indicazione generale dei contenuti ai suoi numerosi collaboratori, ciascuno dei quali doveva scrivere un tipo di scena specificamente assegnatagli: dialoghi, strofe, facezie, etc. Compose circa cinquecento lavori: commedie, vaudevilles, drammi, libretti d'opera. Scrisse anche alcuni romanzi, i quali tuttavia non ebbero il successo delle sue opere drammatiche.
Scribe ha ideato un tipo di pièce teatrale che conquistò il pubblico con il suo impianto drammatico perfetto. Nelle sue commedie e vaudevilles, egli inizia generalmente con un incidente al momento apparentemente di poco conto che tuttavia produce conseguenze importanti attraverso una catena logica di eventi, priva di smagliature.
I suoi vaudevilles costituirono la colonna portante del Théâtre du Gymnase-Dramatique del quale, nel 1820 Scribe fu co-fondatore. Egli fino all'incirca al 1830 visse quasi regolarmente di trionfi. Durante il suo periodo d'oro offriva quasi regolarmente al suo affezionato pubblico una prima teatrale e la maggior parte delle sue commedie furono rappresentate in Parigi per la prima volta dalla Comédie Française. Scribe raggiunse la fama internazionale come librettista di numerosi e famosi compositori d'opera, primo fra tutti Giacomo Meyerbeer (da Gli Ugonotti, fino a L'Africana), ma tra gli altri anche Adolphe Adam, Daniel Auber, François-Adrien Boieldieu, Jacques Fromental Halévy, Gioachino Rossini e Giuseppe Verdi. Tuttavia anche i libretti provenivano dai suoi collaboratori che sulle sue indicazioni mettevano insieme un testo completo. Un esempio famoso fu il successo verdiano del 1855 I vespri siciliani, il cui libretto fu scritto principalmente da Charles Duveyrier nonostante che nel cartellone il nome di Eugène Scribe figurasse al primo posto.
Scribe fu eletto membro dell'Académie française il 27 novembre 1834.
In totale le opere di Scribe superano il numero di 400 titoli, che però, dopo il lungo periodo di successi, passarono rapidamente di moda
Dopo la morte la sua salma fu tumulata al cimitero Père Lachaise di Parigi.

Libretti d'opera

• La neve o Il nuovo Eginardo (Daniel Auber)
• La dama bianca (François-Adrien Boieldieu)
• La muta di Portici (Daniel Auber)
• Fra Diavolo (Daniel Auber)
• I vespri siciliani (Giuseppe Verdi, libretto scritto in realtà da Charles Duveyrier)
• Gustavo III o Il ballo mascherato (Daniel Auber, modello per il verdiano Un ballo in maschera)
• Roberto il diavolo (Giacomo Meyerbeer)
• Il profeta (Giacomo Meyerbeer)
• L'ebrea (Jacques Fromental Halévy)
• Gli Ugonotti (Giacomo Meyerbeer)
• Il Domino nero (Daniel Auber)
• L'Africana (Giacomo Meyerbeer, opera postuma)
• Il gatto trasformato (Jacques Offenbach)

C. Rossi - A. Patriarca - S. Orifici - L. Lucidi - R. Serapiglia - O. Montanino - N. D'Alonzo - A. C. Salvador  (Classe 3B - Gruppo 3)

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Luigi Illica

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Luigi Illica (Castell'Arquato, 9 maggio 1857 – Colombarone, 16 dicembre 1919) è stato un giornalista, commediografo e librettista italiano.

Insofferente nei confronti della disciplina familiare, in giovane età, abbandonò gli studi e visse una vita avventurosa. Al suo rientro in Italia abitò dapprima a Milano e in seguito a Bologna, dove fondò una rivista letteraria di ispirazione repubblicana. Nel 1882, tornato a Milano, pubblicò la sua prima raccolta di prose e poesie, Farfalle, effetti di luce. Si dedicò quindi al teatro scrivendo varie commedie e soprattutto, a partire dal 1892, libretti d'opera.
È sicuramente tra i principali librettisti dell'epoca post-verdiana e lavorò per Giacomo Puccini, Alfredo Catalani, Umberto Giordano e molti altri musicisti.
I suoi libretti sono un fedele specchio della cultura letteraria del tempo e delle correnti che la percorsero.
In questa sua attività fu di particolare rilievo l'incontro con Giuseppe Giacosa con la cui collaborazione scrisse i suoi libretti più famosi: La bohème, Tosca, Madama Butterfly (tutti per Puccini). Il più fortunato dei libretti scritti da solo è quello di Andrea Chénier per Giordano.
Dopo la morte di Giacosa, tentò di proseguire la sua collaborazione con Puccini riprendendo il progetto di un dramma storico su Maria Antonietta. Per scelta del compositore tuttavia l'opera, alla quale i due artisti lavorarono a lungo, non fu mai portata a termine.
Morì all'età di sessantadue anni a Colombarone, poggio sopra Castell'Arquato. È sepolto nel cimitero di Castell'Arquato.

F. Alfonsini, M. Nicolosi, A. De Sanctis, F. Favetta, D. Xu, M.Tisci ( Classe 3 A -gruppo 4)

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Angelo Anelli

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Angelo Anelli (Desenzano del Garda, 1º novembre 1761 – Pavia, 9 aprile 1820) è stato un librettista e scrittore italiano. Scrisse anche utilizzando gli pseudonimi di Marco Landi, Niccolò Liprandi, Tommaso Menucci di Goro, Giordano Scannamusa, Gasparo Scopabirbe.

Laureato in legge, fu librettista del Teatro alla Scala dal 1799 e il 1817, specializzato nel genere buffo. Scrisse circa 40 libretti.
Fu anche uomo politico, attivo durante la fase della Repubblica Cisalpina, nonché docente di Eloquenza Pratica Legale nelle Regie Scuole Speciali di Milano, cattedra che si aggiudicò attraverso un concorso a cui prese parte anche Ugo Foscolo, che da allora fece di Anelli uno dei suoi bersagli polemici favoriti.
La caduta dell'Impero napoleonico, nel 1817 portò alla soppressione della cattedra e Anelli si trasferì presso l'Università di Pavia, dove diventò supplente della cattedra di procedura penale e notarile. Iniziò per lui un periodo di difficoltà economiche, che si protrasse fino la sua morte, avvenuta nel 1820.
Stendhal fu un suo ammiratore ed ebbe per lui parole di elogio in Rome, Naples et Florence. Dopo avere ricordato che "di solito le sue pièces hanno solo due rappresentazioni perché alla seconda la polizia le vieta", egli afferma che nel suo stile "si ravvisano dei tratti di Dancourt, di Gozzi e di Shakespeare". La qualità più apprezzata dallo scrittore transalpino era la sua capacità di fare satira in modo intelligente, perfettamente comprensibile in un dato contesto ma abilmente dissimulata ai profani. In tal modo si spiegava, secondo lui, il fatto che sotto Napoleone fosse riuscito a far rappresentare L'Italiana in Algeri, in cui la carica di Pappataci, caratterizzata dal "mangiar bene e ben dormir" adombrava in realtà una severa critica al Senato d'Italia.

Libretti d'opera

I due supposti conti ossia Lo sposo senza moglie, dramma giocoso (anche con il titolo Lo sposo ridicolo) di Domenico Cimarosa - 10 ottobre 1784, Milano, Teatro alla Scala
Cinna, opera seria di Bonifazio Asioli - 26 dicembre 1792, Milano, Teatro alla Scala
Egilina, dramma per musica di Giovanni Battista Borghi - 26 gennaio 1793, Milano, Teatro alla Scala
L'oro fa tutto di Ferdinando Paer - agosto 1793, Milano, Teatro alla Scala
La lanterna di Diogene, dramma giocoso, sotto lo pseudonimo di Niccolò Liprandi  di Pietro Alessandro Guglielmi - autunno 1793, Venezia, Teatro San Samuele
La secchia rapita, dramma eroicomico di Nicola Antonio Zingarelli - 7 settembre 1793, Milano, Teatro alla Scala e Francesco Bianchi - 13 febbraio 1794, Venezia, Teatro San Samuele
• Il Cinna di Marcos António Portugal - autunno 1793, Firenze e di Ferdinando Paer - 12 giugno 1795, Padova, Teatro Nuovo
Oro non compra amore ossia Il barone di Moscabianca, dramma giocoso di Luigi Caruso - 26 novembre 1794, Venezia e di Marcos António Portugal - 1804, Lisbona
Griselda o sia La virtù al cimento, dramma semiserio di Ferdinando Paer - gennaio 1798, Parma, Teatro Ducale
L'amor sincero, opera buffa di Giuseppe Farinelli - 29 maggio 1799, Milano, Teatro alla Scala
• Il podestà di Chioggia, dramma giocoso diFerdinando Orlandi - 12 marzo 1801, Milano, Teatro alla Scala
Il fuoruscito, dramma per musica di Vincenzo Pucitta - 16 giugno 1801, Milano, Teatro alla Scala
• Il marito migliore, dramma giocoso, sotto lo pseudonimo di Tommaso Menucci di Goro (anche con il titolo Li due gemelli) di Giuseppe Gazzaniga - 3 settembre 1801, Milano, Teatro alla Scala
I fuorusciti, dramma giocoso di Ferdinando Paer - 13 novembre 1802, Dresda, Kurfürstliches Theater
Le lettere ovvero Il sarto declamatore, commedia per musica diFerdinando Orlandi, primavera 1804, Milano, Teatro Carcano
• L'osteria della posta ovvero Il finto sordo, farsa giocosa di Giuseppe Farinelli - 18 aprile 1805, Milano, Teatro Carcano
I saccenti alla moda, dramma giocoso di Benedetto Neri - autunno 1806, Milano, Teatro alla Scala
Né l'un né l'altro, dramma giocoso di Johann Simon Mayr - 17 agosto 1807, Milano, Teatro alla Scala
Belle ciarle e tristi fatti, dramma giocoso (anche col titolo Imbroglio contro imbroglio) di Johann Simon Mayr - novembre 1807, Venezia, Teatro la Fenice
La nemica degli uomini, dramma giocoso di Carlo Mellara, Venezia, 1808
L'Italiana in Algeri, dramma giocoso di Luigi Mosca - 16 agosto 1808, Milano, Teatro alla Scala e di Gioacchino Rossini - 22 maggio 1813, Venezia, Teatro San Benedetto
Arminia, dramma per musica, sotto lo pseudonimo di Marco Landi di Stefano Pavesi - 3 febbraio 1810, Milano, Teatro alla Scala
Chi s'e visto, s'e visto di Vincenzo Lavigna - 23 aprile 1810, Milano, Teatro alla Scala
I filosofi al cimento, dramma giocoso di  Ercole Paganini - 25 giugno 1810, Milano, Teatro alla Scala
Ser Marcantonio, dramma giocoso di Stefano Pavesi - 27 settembre 1810, Milano (è la fonte del libretto del Don Pasquale di Gaetano Donizetti)
Il cicisbeo burlato, dramma giocoso di Ferdinando Orlandi - 1812, Milano, Teatro alla Scala
Le bestie in uomini, dramma giocoso di Giuseppe Mosca - 17 agosto 1812, Milano, Teatro alla Scala
o Giovanni Tadolini - 1815, Venezia
L'orbo che ci vede ossia Il medico ciabattino, melodramma di Pietro Generali, ottobre 1812, Bologna, Teatro Corso
Arrighetto, dramma per musica, farsa di Carlo Coccia - 9 gennaio 1813, Venezia, Teatro S. Moisè
• Bettina vedova (Il seguito di Ser Marcantonio), dramma giocoso di Giovanni Pacini - giugno 1815, Venezia, Teatro S. Moisè
I begli usi di città, dramma giocoso di Carlo Coccia - 11 ottobre 1815, Milano, Teatro alla Scala, di Ignazio Azzalli, 1825, Firenze, Teatro della Pergola (con il titolo La moglie avveduta) e di Giovanni Antonio Speranza - carnevale 1840, Lucca, Teatro Pantera, con il titolo Egli è di moda ovvero I begli usi di città di Cesare Dominiceti - 1841, Desenzano
La Chiarina di Giuseppe Farinelli - 14 giugno 1816, Milano, Teatro alla Scala
Il matrimonio per procura, farsa giocosa, sotto lo pseudonimo di Giordano Scannamusa di Giovanni Pacini - 2 gennaio 1817, Milano, Teatro Re
• Dalla beffa il disinganno ossia La poetessa, farsa giocosa, sotto lo pseudonimo di Gasparo Scopabirbe di Giovanni Pacini - 12 gennaio 1817, Milano, Teatro Re
Piglia il mondo come viene , dramma giocoso di Giovanni Pacini - 28 maggio 1817, Milano, Teatro Re
• Piglia il mondo come viene, dramma giocoso di Giuseppe Persiani - 26 dicembre 1825, Firenze, Teatro alla Pergola
• Amore ed equivoco, dramma in un atto (farsa) di Quirico Pecile - primavera 1827, Padova, Teatro Novissimo
La cameriera astuta, dramma giocoso di Ferdinando Paini
L'impostore, opera di Franz Benedikt Dussek

M. Calderari, L. Rossetti, S. Sammartino, S. Santoro, C. Pranzoni, S. Campolieto ( Classe 3C - gruppo 3)

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Carlo Pepoli

Il conte Carlo Pepoli (Bologna, 22 luglio 1796 – Bologna, 7 dicembre 1881) è stato un poeta, politico e librettista italiano.
Di sentimenti patriottici, fu implicato nei moti mazziniani del 1830-31 nella Romagna che lo costrinsero ad emigrare per numerosi anni a Parigi e a Londra, dove scrisse il libretto dei Puritani per Vincenzo Bellini, che ne musicò anche i sonetti La ricordanza, La speranza, Amore e Malinconia, nonché l'ode saffica Alla luna. Collaborò all'Exilé, giornale dei fuoriuscitii italiani stampato a Parigi già a partire dal 1832.
Anche Gioachino Rossini ne musicò alcune liriche nelle sue Soirées musicales.
Introdusse nell'Accademia dei Felsinei, di cui era vicepresidente, il caro amico Giacomo Leopardi, che gli dedicò l'epistola in versi endecasillabi Al Conte Carlo Pepoli, oggi conservata presso il Museo dei Manoscritti Leopardiani di Visso (Mc).
Sindaco di Bologna, Deputato di Finale e Mirandola fu nominato senatore del Regno nel 1862. Dal 1860 insegnò Filosofia e lettere all'Università di Bologna. Fu segretario dell'Accademia di Belle Arti. Nel 1863 donò alla Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio una raccolta di disegni concernenti l'architettura bolognese e noto come "Cartella Giordani".
Al librettista Carlo Pepoli, è dedicato un tratto dei Viali a Bologna.

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D.Fraioli - D. Cervone - M. Vaccari - R. Romano -  T. Cenciarelli (Classe 3B - gruppo 4)